Elmo da cavaliere

Mastro corrazzaio italiano

Italia settentrionale fine XVI / primo quarto XVII

Materiale: Ferro forgiato

Misure: 32 x 32 x 23 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antico elmo da cavaliere in ferro forgiato realizzato in una di quelle botteghe di mastri corazzai attive nel Nord Italia, probabilmente a Milano, tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII secolo.

L’arte della forgiatura è da sempre stata una peculiarità di pochi, grandi, mastri corazzai i quali, con amore e dedizione hanno unito tale dono all’amore per l’ars belli, realizzando vere e proprie opere di mirabile ingegno e sublime foggia. Esempio tra questi risulta essere l’elmo in analisi, presumibilmente facente parte di un completo difensivo più ampio andato poi smembrato o perduto nel corso dei secoli. All’attenta analisi della costruzione e dei metalli di esecuzione si evince che lo stesso sia stato realizzato tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo in una di quelle botteghe attive nell’Italia Settentrionale, solitamente asservite alla nobiltà locale o, ancor più presumibilmente, al potere ecclesiastico, all’epoca particolarmente forte in questo territorio. Un’ulteriore conferma della datazione dell’opera e della sua collocazione geografica di produzione risulta essere il confronto con un elmo presente all’interno del Museo delle Armi Luigi Marzoli di Brescia anch’esso datato tra la fine del Cinquecento ed il primo decennio del Seicento, attribuito anch’esso alla produzione milanese di completi difensivi. Un altro esempio con le stesse caratteristiche di quello in studio risulta essere quello presente nel museo Bagatti Valsecchi di Milano, dove l’elmo è stato, erroneamente, montato su un’armatura da piede e non su un completo da cavaliere.

Con coppo liscio recante una cresta appena accennata, l’opera monta una ventaglia chiusa traforata a linee verticali sormontata da una visiera particolarmente pronunciata. La goletta in ferro risulta decorata al bordo inferiore da un motivo cordonato realizzato ad incisione, motivo questo che si ripete anche al culmine della ventaglia, all’altezza delle fessure per gli occhi. I meccanismi di sgancio della ventaglia e del coppo stesso risultano originali e funzionanti.

L’opera giunge a noi in buono stato conservativo e rappresenta un’importante aggiunta al catalogo di completi difensivi realizzati nell’Italia del Nord tra la fine del XVI ed i primi anni del XVII secolo

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