Thymiatherion



Plasticista canosino

Puglia, III secolo A.C.

Materiale: Terracotta

Misure: Altezza 21,6 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antico thymiatherion di produzione apulo-canosina e appartenente al III secolo a. C.

Il vaso non ha semplice funzione di recipiente, ma, per l’originale concezione plastica, assume carattere di suppellettile di notevole valore decorativo. L’oggetto risulta realizzato in argilla di un particolare colore nocciola chiaro, recante tracce di sovradipintura rosse e bianche che conferiscono una vivace policromia all’insieme. L’esemplare modellato a stampo, presenta l’interno cavo. Si tratta di un thymiatherion (bruciaprofumi) il cui supporto si configura in maniera assai “bizzarra” in gruppo figurato costituito da una figura femminile stante centrale, molto probabilmente una balia, in funzione di cariatide rispetto al piatto bruciaprofumi, appunto, e due figure di fanciulli a destra e a sinistra (quest’ultimo in braccio). La figura centrale veste un chitone e sorregge la vasca del cosiddetto thymiatherion.  Sul lato sinistro, accanto al gruppo, si trova un piccolo recipiente con coperchio (verosimilmente un contenitore di profumi) poggiato su pilastrino. L’oggetto essendo assai raro e per tal motivo di grande pregio, risulta difficile da confrontare con altri esemplari simili e perciò dedurne l’esatta provenienza e cronologia. Unica eccezione per un possibile paragone è rappresentata da un identico gruppo figurato, ma autonomo, conservato a Monaco, Sammlung Loeb – Terrakotten der Sammlung Loeb, II, p.40, tav.101. La figura isolata della balia, invece, trova un confronto abbastanza puntuale in un bruciaprofumi del Museo Archeologico “Jatta” di Ruvo – Di Paolo p.116, n.2.

L’opera è stata sottoposta a controllo da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze ed è risultata di provenienza lecita ed ha ottenuto il nulla osta alla vendita da parte della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.

L’opera, pur non essendo sottoposta a vincolo di tutela da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, non può essere esportata al di fuori del territorio nazionale italiano.

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