Tiziano Aspetti
Padova, 1559 – Pisa, 1606
Materiale: Bronzo
Misure: Altezza 25 cm
scheda critica a cura di gherardo turchi
Raro e pregiatissimo calamaio in bronzo realizzato dal maestro scultore Tiziano Aspetti nei primi anni del XVII secolo. Nato a Padova nel 1559 da Francesco e Ginevra de Vedutis, l’artista ricevette i primi rudimenti tecnici per la lavorazione del bronzo nella bottega di famiglia. Egli proveniva infatti da una famiglia di insigni tradizioni artistiche: suo nonno Guido Minio, detto Lizzaro, era uno specialista della fusione del bronzo e suo zio Tiziano Minio era stuccatore e scultore a sua volta. L’Aspetti nel 1577 si trasferì a Venezia dove, anche grazie ai contatti familiari, ebbe l’occasione di passare al servizio di Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia nonché celebre mecenate per gli artisti di quell’epoca. Tiziano lavorò sotto la protezione del patriarca per 16 anni, pertanto, a differenza dei contemporanei colleghi veneziani, egli svolse gran parte della carriera in qualità di artista di corte. La ricca collezione di antiche e preziose opere d’arte appartenente alla famiglia Grimani costituiva all’epoca un polo di attrazione irresistibile per ogni viaggiatore che visitasse la Serenissima. Il privilegio di aver trascorso la giovinezza e di aver operato non solo come artista, ma anche come restauratore in un ambiente talmente florido ed elegante, influì in modo considerevole sul suo lavoro e sulle sue straordinarie opere della maturità in cui è possibile notare i riflessi di tanto splendore. Grazie alle commissioni del Grimani, l’eco della fama dello scultore raggiunse rapidamente anche Padova: sono dei primissimi anni novanta due bassorilievi raffiguranti rispettivamente San Daniele trascinato da un cavallo e il Martirio di san Daniele, eseguiti per il duomo patavino. L’Aspetti manifestò attitudini marcatamente pittoriche e dimostrò una spiccata vocazione per la scultura di bassorilievi. Come suo zio, fu uno dei pochi scultori veneziani interessati alla tecnica fiorentina della scultura a bassorilievo caratterizzata da figure scolpite in leggerissimo rilievo fino ad arrivare quasi al tutto tondo. Reduce della celebrità conquistata anche nella città di Padova, Tiziano fu chiamato nuovamente a Venezia per la realizzazione di varie opere scultoree. Dopo il 1604 egli si trasferì definitivamente a Pisa al seguito di Antonio IV Grimani, nipote di Giovanni e vescovo di Torcello che era stato nominato nunzio apostolico per la Toscana. Gli ultimi anni della vita dell’Aspetti, passati presso la casa del conte Camillo Berzighelli, furono particolarmente produttivi. Egli realizzò infatti molte sculture di bronzo per varie committenze toscane i cui nomi erano strettamente legati per parentela alla famiglia Berzighelli. Alcune di queste opere risultano ad oggi documentate solo dagli scritti rinvenuti poiché purtroppo sono andate perdute. Sebbene nel periodo Veneto l’artista si dedicò principalmente ai bassorilievi, non dedicandosi mai alla creazione di grandi sculture tridimensionali, la sua produzione toscana di sculture a tutto tondo trovò rivali solo in Giovanni Battista Caccini e nel contemporaneo Giambologna. Proprio a tale produzione toscana dell’Aspetti appartiene il calamaio in esame. Caratterizzata da una particolare struttura piramidale a tre lati, l’opera parte da una larga base triangolare scanalata poggiante agli angoli su tre mascheroni e sorretta lungo i lati da foglie sulle quali sono seduti tre putti intenti a suonare rispettivamente una tromba, un flauto traverso e due piccoli piatti armonici. Tre figure maschili sedute ai tre angoli e sovrastanti i mascheroni sorreggono il contenitore dell’inchiostro di forma circolare adornato da festoni vegetali e da tre putti alati posti simmetricamente sopra le tre figure maschili. La scultura risulta completata sulla sommità da un coperchio anch’esso scolpito in bronzo e raffigurante un fanciullo in piedi poggiante sulle spalle/ sorretto da altri due bambini e intento a far librare in volo una colomba, mentre un quarto fanciullo seduto li guarda gli altri tre/il gruppo dal basso. Un’ulteriore testimonianza del fatto che il calamaio sia un’opera di mano dell’Aspetti è data dal confronto di esso sia con una coppia di alari passati sul mercato antiquario nell’Aprile del 2017, attribuiti allo scultore, contraddistinti da una composizione piramidale con putti alla base ed una finezza di lavorazione identica all’opera in analisi, sia con un’altra coppia passata nel 2019 sul mercato antiquario internazionale.
I riscontri oggettivi con le opere della bottega del maestro risultano essere inconfutabili tanto da porre il calamaio nel catalogo di opere inedite realizzate dall’artista, della cui mano si conoscono solamente altri due calamai ad oggi conservati rispettivamente nell’Ashmolean Museum di Oxford e nel Palazzo Venezia di Roma, quest’ultimo attribuito alla bottega dell’Aspetti. L’opera perviene a noi in perfetto stato conservativo e risulta essere priva di restauri o integrazioni.