STEMMA ARALDICO



Manifattura di Montelupo fiorentino

Montelupo fiorentino ultimo quarto del XVI Secolo

Materiale: Terracotta smaltata a granfuoco

Misure: 47 x 36 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antico e raro stemma in maiolica policroma proveniente dalle rinomate botteghe di Montelupo Fiorentino, uno dei principali centri di produzione di maiolica rinascimentale in Italia. L’uso di porre stemmi ceramici su chiese e palazzi risale in Toscana ad epoca relativamente antica, ma a questo argomento non sono state mai dedicate apposite ricerche, ove si eccettuino gli studi relativi a questo o quell’esemplare particolarmente rilevante, connesso con l’attività delle solite botteghe robbiane. Un’indagine condotta dal Museo di Montelupo negli ultimi anni sui soli palazzi pubblici, riservata cioè alle sedi dei diversi tribunali dello Stato fiorentino, ha però mostrato che in questa produzione particolare si evidenziano diversi canali di origine, uno dei quali conduce con evidenza alle botteghe di Montelupo. La ripartizione territoriale degli stemmi maiolicati su questa tipologia di edifici indica infatti un’evidente concentrazione dei medesimi nel territorio posto ad ovest di Firenze e nella Valdelsa, segnando la sua punta massima nel caso del palazzo vicariale di Certaldo, che fu il tribunale di superiore riferimento della podesteria montelupina. I due edifici pubblici di Montelupo e Lastra a Signa, parti della medesima circoscrizione civile, appaiono poi costellati da tali stemmi, nonostante nel primo caso la costruzione in facciata di una loggetta finto-medievale abbia portato alla distruzione di diversi esemplari, alcuni dei quali sono stati poi recuperati allo stato frammentario all’interno delle volte dell’edificio, dove erano stati gettati in seguito ai suddetti lavori. Dato che tale produzione di stemmi si estende notevolmente nel tempo, evidenziandosi già in un primo documento del palazzo vicariale di Vicopisano del 1475, non deve stupire il fatto che essa presenti una molteplicità di supporti, i quali ovviamente rispettavano l’evoluzione dell’araldica a loro contemporanea. L’esemplare in esame, appartenente alla seconda metà del XVI secolo, è da assegnare senza dubbi di sorta alla produzione montelupina, più precisamente si deve segnalare la corrispondenza con l’attività di alcune botteghe valdarnesi del periodo. Già in epoca tardo-quattrocentesca, del resto, le botteghe di Montelupo mostrano di aver dato origine ad una simile produzione, della quale è dato di incontrare esempi di buona qualità nella stessa Montelupo. Di chiara ascendenza valdarnese è poi la grande quantità di stemmi “a volute”, come quello qui presente, che dalla seconda metà del XVI secolo si estende sino a gran parte del secolo successivo. Tale produzione più tarda è ben documentata dagli esemplari inseriti nel paramento murario del tribunale di Lastra a Signa, e trova un’evidente sottolineatura anche in documenti conservati presso musei stranieri, come si può notare nell’esemplare appartenente al Museo della Ceramica di Sèvres. Nello specifico, lo stemma in esame fu commissionato alle botteghe montelupine da parte dell’antica e nobile famiglia romana dei Lanzalotti, come è deducibile dalla raffigurazione dell’emblema composto da una fascia bianca passante nel mezzo tra due fiori. La presenza della croce di Gerusalemme nella parte alta dell’ovale, indica l’appartenenza dei componenti della famiglia all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ovvero un ordine di carattere cattolico, che sotto forma di associazione pubblica di fedeli della religione cattolica, era di subcollazione pontificia e aveva personalità giuridica canonica e civile. La croce di Gerusalemme, detta anche croce quintupla, o croce di Goffredo di Buglione, è una croce potenziata, in cui cioè ogni braccio della croce termina in un tau, accompagnata da delle croci più piccole a ogni angolo formato dalle braccia della croce stessa. La coppia di gigli che appare sullo stemma pone in evidenza la regalità della famiglia. Il giglio, classificato abitualmente tra le figure naturali, è una delle figure araldiche più popolari, comparendo infatti in diversi stemmi sia nobiliari che civili. Tra i simboli mariani per eccellenza, esso rappresenta a partire dal Medioevo, l’emblema della regalità, o come in questo caso della nobiltà, e della purezza, oltre ad avere i significati simbolici di “Lode a Dio” e di fiducia nella Provvidenza divina. Va inoltre ricordato come nell’antico i colori avessero uno specifico valore simbolico, dove l’oro era rappresentazione della fede, colore questo utilizzato nell’opera proprio per la raffigurazione dei gigli stessi. Lo stemma è sormontato da un elmo, iconografia questa spesso utilizzata per rappresentare l’impegno in armi sostenuto dalla famiglia a cui il blasone si riferiva. Infine i colori dello stemma risultano essere proprio quelli caratteristici della maiolica di Montelupo, ovvero i colori accesi e luminosi, quali il giallo-oro, il blu cobalto, il verde ed il bruno manganese. L’esemplare si presenta in condizioni di conservazione molto buone.

error: Il contenuto è protetto Content is protected !!