Tavolo parietale scagliola



Antonio Siena

Piano: Carpi, primo quarto del XVII secolo

Tavolo: Emilia Romagna, ultimo quarto del XVIII secolo

Materiale: Scagliola e legno laccato e dorato

Misure: L 122 x P 63 x A 90 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antica ed originalissima consolle del XVIII secolo in legno dorato e laccato di un particolare punto di azzurro brillante. Il mobile presenta le caratteristiche distintive del periodo come per esempio i decori floreali laterali, i medaglioni con i fiori sugli angoli e le scanalature lungo le gambe. Le misure e le proporzioni conferiscono alla consolle un’armonia raffinata ed elegante tale da renderla un vero e proprio gioiello del Neoclassicismo. Il pregio più grande risiede nel piano interamente in scagliola che con i suoi colori definiti e contrastanti (bianco e nero) tende a creare un intrigante stacco tonale col resto dell’oggetto. L’artigianato della scagliola conobbe una vasta diffusione, nel corso del Seicento, nel territorio del Ducato Estense, con una particolare concentrazione proprio nella zona di Carpi. La bicromia del piano può facilmente suscitare dei richiami alle tarsie di avorio su fondo di ebano impiegate nella più pregiata ebanisteria secentesca ed è forse proprio questa assonanza che determinò la fortuna di tale genere di ornati in scagliola nell’ambito dell’arredo profano. Infatti, nella produzione carpigiana della metà del Seicento proliferarono i tavoli in bicromia bianco-nera di qualità esecutiva dissimile, decorati con ricchi fregi vegetali di contorno e cartigli con scene tratte da incisioni a soggetto mitologico. In seguito, la produzione degli scagliolisti carpigiani iniziò progressivamente ad essere influenzata dalla diffusione dei motivi ornamentali adottati dai lapicidi fiorentini e, dunque, le bicromie bianco-nere verranno sostituite da variopinte e intricate composizioni ornamentali arricchite da naturalistici fregi vegetali e uccelli. Gli schemi ornamentali adottati dalla seconda generazione degli scagliolisti di Carpi risentiranno delle innovazioni dovute alla diffusione del commesso “alla fiorentina”; ciò si può ritrovare nel gusto per le policromie e per gli intricati partiti floreali, che vennero ad affiancarsi prima ed a sostituire poi le rigorose bicromie bianco-nere prevalenti nelle opere della prima generazione dei carpigiani. Tale suddivisione di periodi ciascuno con le proprie relative caratteristiche di decorazione della scagliola avvalora l’appartenenza del piano in esame alla prima generazione carpigiana, collocandone la datazione nella metà del XVII secolo. Varie opere, come tale esemplare, si trovavano nelle case carpigiane e tra queste anche alcune scagliole a fondo nero decorati con soggetto profano e con lo stemma del committente al centro. I motivi ornamentali adottati sono sempre estrapolati da repertori di stampe a soggetto ornamentale mentre, nel caso specifico delle cornici a effetto trina, si tratta di derivazioni da cartoni di ricami oppure da veri e propri pizzi. Il legame con le incisioni è molto stretto nei lavori carpigiani: se ne ricavano i soggetti e se ne imitava perfino la tecnica attraverso fitti tratteggi. La stampa, infatti, nella bottega del “maestro di meschia”, rappresentava il cartone, l’archetipo da riprodurre. Il particolare accostamento di colori decisi che contraddistingue l’intero mobile, oltre a rendere quest’ultimo di grande modernità, permette di porlo a paragone con gli abbinamenti coloristici degli attuali capi di alta moda, se non addirittura come possibile ispirazione dei modelli più innovativi e all’avanguardia. La consolle essendo un trionfo di materiali diversi e commistione di arti applicate risulta essere degna della più fine e sofisticata sensibilità di un collezionista esperto. Il piano riccamente decorato con spirali di fogliami, girali di fiori, mascheroni, conchiglie e figure antropomorfe, riporta al centro lo stemma sormontato da una corona della famiglia carpigiana Tanfani Centofanti (un leone centrale circondato da sei fiammelle di cui una rivolta verso il basso). Inoltre sono presenti due cartigli: in quello frontale si legge una dedica al Monsignor Carlo Broglia (1552-1617), arcivescovo di Torino, come se il mobile fosse stato un dono per quest’ultimo; nel cartiglio che si scorge subito dietro al primo invece, è possibile intravedere il nome dello scagliolista carpigiano, autore del prezioso piano, Antonio Siena. Il valore della consolle è tale da renderla all’altezza dei più importanti musei nazionali, palazzi nobiliari ed ecclesiastici. Lo stato di conservazione risulta essere particolarmente buono.

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