DAGA MANO SINISTRA



Armaiolo italiano

Brescia ultimo quarto del XVI Secolo

Materiale: Ferro forgiato

Misure: Lunghezza cm 38

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antica daga “mano sinistra” in ferro forgiato realizzata in una di quelle fiorenti botteghe di mastri armaioli attive nella città di Brescia nel corso dell’ultimo quarto del XVI secolo.

Tale arma è detta “mano sinistra” in quanto era solitamente accompagnata da una spada, tenuta con la mano destra, a cui la daga faceva da contraltare in caso di scontro, impegnando così l’avversario ambo i lati.

La città di Brescia, fin dal XIV secolo, insieme a Milano è sempre stata la patria degli armaioli italiani. La vicinanza ai boschi, fonte inesauribile di legname per alimentare gli altiforni, come pure la sua posizione collinare, particolarmente esposta ai venti utili per le forge, ha contribuito sostanzialmente allo sviluppo di grandi tecniche di realizzazione di spade, pugnali e lame in genere. Le lame subivano infatti un processo di forgia particolarmente complesso, al quale contribuivano sensibilmente, oltre alla mano dell’uomo, gli eventi atmosferici e naturali: l’eccessivo caldo avrebbe infatti portato ad un raffreddamento più lento dell’anima della lama in fase di lavorazione, compromettendone la flessibilità in fase di colpo, l’eccessivo freddo, al contrario, avrebbe avuto il medesimo effetto sulla robustezza della lama, raffreddandola troppo rapidamente e cristallizzandone la parte minerale del carbone. Brescia e Milano erano in una posizione perfetta, sia da un punto di vista climatico che meteorologico affinché si realizzassero lame che saranno divenute un simbolo italiano di eccellenza nell’intera Europa.

Alla produzione bresciana dell’ultimo quarto del XVI secolo appartiene l’arma qui in studio. Con lama a doppio filo a sezione romboidale e tallone rettangolare la daga monta un’incavalcatura con corti bracci d’arresto lavorati a colonnino al centro dei quali, all’altezza del tallone della lama è presente un grande anello, solitamente utilizzato in fase di colpo per inserire il pollice e serrare ulteriormente la presa. L’impugnatura in ferro presenta un decoro scolpito a torchon culminante in un grande pomo a paniera schiacciata decorato a motivo floreale.

L’opera giunge a noi in buono stato conservativo e rappresenta una significativa aggiunta al catalogo di armi bianche realizzate nella città di Brescia alla fine del Cinquecento.

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