Carabina da Caccia



Armaiolo Tedesco

Renania, primo quarto del XVII secolo

Materiale: Ferro, legno, osso e madreperla

Misure: Lunghezza 112 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Antica e pregiata carabina con meccanismo d’innesco a ruota esterna realizzata da una di quelle fiorenti officine di armi attive in Germania nel corso del primo quarto del XVII secolo.

L’invenzione dell’acciarino a ruota e, conseguentemente, la sua applicazione alle armi da fuoco portatili non è databile ad un anno ben preciso del primo ventennio del XVI secolo, ciò è dovuto sostanzialmente da un conflitto tra tre diverse fonti: la presenza di uno schizzo raffigurante un acciarino a ruota nel Codice Atlantico di Leonardo da Vinci; due bandi emessi dal duca Alfonso I d’Este, l’uno in data 1513 e l’altro in data 1522, proibenti l’uso di archibugi “non a miccia” alle forze di fanteria ducali; l’attribuzione, ad un orologiaio di Norimberga dell’invenzione del primo acciarino nel 1517. A differenza delle pistole a ruota, però, gli archibugi con questo meccanismo faticarono di più a prendere campo, in quanto la costruzione risultava essere sempre piuttosto costosa, rimanendo per quasi un secolo confinati al mero uso di caccia. Solo la Germania a partire dall’ultimo quarto del XVI secolo iniziò a produrre in maniera continuativa fucili e schioppetti montanti gli acciarini a ruota, specializzandosi non solo nella realizzazione dei meccanismi ma anche e soprattutto nella realizzazione di casse lignee con incisioni in avorio ed osso, arrivando a livelli di raffinatezza mai raggiunti in altre zone europee.

Alla produzione tedesca appartiene la carabina qui in studio. Arma di piccolo calibro e di esili dimensioni presumibilmente prodotta per un giovane, l’arma colloca la sua nascita in una di quelle poche officine di armaioli attivi nella regione della Renania in cui si producevano all’epoca splendidi esempi di armi da fuoco.

La carabina vede montata una canna a due ordini con gioia di bocca al vivo di volata e ghiera di ottone al cambio, mentre alla culatta è presente un punzone con la lettera N alla cui base si trovano tre stelle. La piastra a ruota, con cane sagomato, presenta al centro un punzone con marca a scudo recante all’interno le lettere G.H.ed uno sperone. Tale punzone, riscontrabile su armi della stessa importanza oggi presenti in grandi musei internazionali, era uno di quelli utilizzati proprio in Reania sia per identificarne geograficamente la produzione che per garantire al compratore finale l’autenticità dell’arma stessa. Anche la cassa è realizzata con dovizia di particolari ed attenta scelta dei materiali; la parte lignea è decorata ad intarsio con commessi di madreperla ed osso inciso a figure di molossi, mascheroni ed animali fantastici, particolare questo che avvalla ulteriormente l’ipotesi che tale arma venisse utilizzata per la caccia di piccoli animali da parte di un giovane. Era infatti costume in quest’epoca che i padri iniziassero i propri figli alla nobile arte della caccia proprio regalando loro fucili adatti alle dimensioni dei fanciulli, non potendo questi ultimi sorreggere il peso ed il contraccolpo dei fucili impiegati dagli adulti.

L’arma si presenta in eccellenti condizioni conservative e rappresenta un’importante testimonianza di quella piccola e sublime produzione di armi da fuoco realizzate nella regione tedesca agli inizi del 1600.

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