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Coppia di pistole da duello



Ponsino Valet Borgognone

Brescia, seconda metà del XVII secolo

Materiale: Acero riccio e ferro forgiato, inciso e cesellato

Misure: Lunghezza 47 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Rara ed elegante coppia di antiche pistole avancarica con meccanismi d’innesco a pietra focaia realizzate dal Maestro azzaliniere Ponsino Valet Borgognone, attivo a Brescia nell’ultimo quarto del XVII secolo.

L’arte degli azzalinieri è una delle arti più antiche nella compagine di costruttori di armi da fuoco. Già presenti alla fine del secolo XV e attivissimi nella seconda metà del secolo XVI, succeduti ai maestri di serpe e di ruota dei secoli precedenti, gli azzalinieri Erano per lo più maestri ferradori della Valtrompia e specialmente di Marcheno, che si erano specializzati nella realizzazione di meccanismi d’innesco per armi. In questo panorama di grandi Maestri spicca nella storia il nome di Ponsino Valet Borgognone.

Figlio del mastro armaiolo Giovanni Valet Borgognone, definito nel XVI secolo “maestro di rode et azzalini”, Ponsino nasce nel 1621 a Brescia, respirando fin da subito l’aria dell’officina di armi del padre, con il quale prenderà parte dopo la prima metà del secolo alla transizione nell’utilizzo dai meccanismi a ruota a quelli a pietra focaia. Fonti documentate nella lista dei pagamenti di tasse della città di Brescia testimoniano come Ponsino si stacchi dalla bottega del padre nel 1660 divenendo di fatto un affermato armaiolo e depositando il suo marchio presso la sede della corporazione degli azzalinieri. Le prime armi a pietra focaia realizzate nella sua bottega sono ben riconoscibili dai decori, tanto che lo stesso Carpegna definisce le pistole prodotte tra il 1660 ed il 1665 “superdecorative”. Nel secondo periodo della sua carriera Borgognone tenderà ad affievolire l’arte del decoro nelle sue armi, fino a raggiungere una linearità quasi militaresca nella fase finale della produzione.

Proprio alla produzione eseguita negli anni che vanno dal 1660 al 1655 appartengono le due armi qui in studio. Con canne lisce a due ordini ottagonali nella prima parte dove si trova la firma “Lazarino Cominazzo” e poi tonde con anellature al cambio ed alla gioia di bocca, le pistole montano due batterie riccamente incise e scolpite dove i cani raffigurano dei draghi che, in abbattimento, colpiscono le martelline riccamente decorate a mascheroni; anche gli scodellini risultano riccamente lavorati a motivi fogliacei, mentre le piastre terminano con grandi figure di draghi. All’interno delle cartelle, quasi sotto la molla, si trova la marca “PB” con effigi di figure umane e stelle, punzone questo utilizzato quale firma da Ponsino Valet Borgognone. Le casse lignee, interamente realizzate in radica di acero riccio, risultano scolpite a motivi fogliacei e sono incastonate da fornimenti in ferro quali culatte, contropiastre e sotto-canne riccamente cesellati a figure di serpenti intrecciati a girali floreali e fogliacei. Anche il decoro del grilletto e dei ponticelli non è lasciato al caso, ma innesca un continuum decorativo attraverso un sapiente lavoro di traforo e cesello a richiamare i motivi vegetali e rettili presenti lungo tutto il decoro delle armi. Le bacchette, infine, sono realizzate in legno con battipalle in ferro lavorato a colonnino e nascondono al lato opposto il cavastracci che va ad occultarsi alla vista all’interno delle casse lignee.

Le armi arrivano a noi in ottimo stato di conservazione e rappresentano un’importante aggiunta non solo al catalogo autografo di Ponsino Valet Borgognone ma anche e soprattutto ad un periodo preciso della sua produzione che cristallizza le opere all’interno della bottega del Maestro nel lasso temporale di un quinquennio.

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