Armatura da samurai Yoroi



Armaiolo giapponese

Giappone periodo edo

Materiale: Cuoio e tessuto

Misure: Altezza 180 cm

scheda critica a cura di gherardo turchi

Splendido ed assai raro esempio di armatura da Samurai realizzata in una di quelle fiorenti botteghe di mastri corazzai attive in Giappone nel corso del periodo Edo.

L’inizio dell’epoca Edo, però, viene generalmente fatta risalire al 1603, quando Ieyasu assunse il titolo di shōgun. Il bakufu, governo militare retto dallo shōgun, si insediò nella città di Edo, mentre l’imperatore rimase nella città di Kyoto: si venne così a creare una sorta di diarchia caratterizzata, con il passare del tempo, dal sopravvento del potere dello shogunato a discapito di quello imperiale. Nel periodo Edo l’assetto sociale, mibunsei, venne strutturato attraverso una netta suddivisione gerarchica della popolazione in classi di appartenenza ben distinte tra loro, dove I samurai, pur rappresentando solo il 5% dell’intera popolazione, mantennero una posizione sociale dominante, occupando soprattutto cariche burocratiche e amministrative. I samurai erano gli unici ad indossare l’armatura ed a essere autorizzati a portare al seguito le spade, simboli questi che ne contraddistinguevano anche la natura giustizialista, potendo infatti per legge uccidere ed allontanarsi senza dare spiegazione alcuna. Per questa classe si dovette quindi pensare ad armature sempre più importanti e sicure allo stesso tempo, motivo questo che spinse gli armorari ad unire alle piastre di cuoio bollito, utilizzate in precedenza per la realizzazione dei completi difensivi, parti in ferro forgiato, rispettando comunque i dettami di leggerezza e praticità tipiche di tali manufatti bellici.

A questo tipo di produzione appartiene l’armatura qui in studio. Con dō, corazza, sode, spallacci, e haidate, cosciali, realizzati in lamina di ferro ricoperti da cuoio, l’armatura risulta completa, oltre di kabuto, mempo e yodare-kake in ferro laccato di nero, anche di tutte quelle parti quali suneate , kote e tekkō, il tutto unito da preziosi odoshi di seta blu e rossa. L’armatura risulta sprovvista di kōgake, particolare questo assai comune in opere antiche come questa in quanto le scarpe erano la prima cosa che con i secoli si deteriorava. Particolare attenzione va infine al decoro del mempo, arricchito da baffi al fine di conferire un’aria ancor più realisticamente spaventosa agli occhi dell’avversario.

L’opera giunge a noi in ottimo stato conservativo, prova questa della particolare cura ed attenzione ad essa conferite nel corso dei secoli.

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